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evoluzione

Gli eserciti europei, fino alla fine del diciannovesimo secolo, hanno utilizzato alti colbacchi e uniformi con sgargianti colori di avvertimento. Un grosso copricapo dà una falsa impressione della statura. Più il soggetto è corpulento, maggiore è la minaccia percepita. Verso la fine del diciannovesimo secolo, però, con l'introduzione di armi da fuoco precise e a lunga gittata, la filosofia dei colori di battaglia è cambiata. Fino a quel momento la parola d'ordine era la spettacolarità ora divenne il camuffamento. Proprio come nell'evoluzione delle uniformi, in natura dietro ogni caso di colorazione c'è l'equilibrio tra vistosità e camuffamento.
Se un animale non si adatta alla luce del proprio ambiente, non soppravvive. Se un animale non produce odori, non lo si annusa, se non emette suoni, nessuno lo ascolta ma l'adattamento alla luce è una necessità vitale.
La luce è il più forte stimole per l'evoluzione.
La vistosità può essere utilizzata sia come richiamo per i membri dell'altro sesso (le livree dei maschi degli uccelli del paradiso e del pavone) sia per offrire protezione diretta, una specie di messaggio pubblicitario: il pesce unicorno, che vive sulla barriera corallina, presenta una robusta spina ai lati della pinna caudale resa più visibile da un pigmento giallo intenso.
Il camuffamento offre una "protezione indiretta": la Biston betularia riesce a confondersi con la corteccia degli alberi su cui vive, gli insetti stecco e foglia imitano sia la forma che il tremolio dei cespugli su cui si posano; una variante del mimetismo è la colorazione disorganizzata: le righe della tigre riescono a spezzare il profilo dell'animale contro il suo ambiente naturale e gli permettono di confondersi con lo sfondo. Altri studi hanno dimostrato che alcune farfalle usano colori vistosi come avvertimento nei riguardi dei predatori: gli uccelli riescono a capire che le farfalle sono disgustose basandosi sulla loro colorazione. Il falso e innocuo serpente corallo, invece, imita perfettamente il suo "cugino" velenosissimo.
In acqua c'è un altro fattore che influisce sulla luce solare: la profondità. A mano a mano che ci immergiamo la luce inizia a scomparire: prima il rosso, poi il violetto e, a 200 metri, rimane solo il blu. Buona parte degli animali sotto i 200 metri sono rossi perchè la mancanza del colore rosso nella luce che arriva a quella profondità fa si che i pigmenti non possano riflettersi: nelle profondità marine il rosso è un ottimo colore per nascondersi.


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