Charles Darwin
Charles Darwin nacque il 12 febbraio 1809 in Inghilterra. Da piccolo rimase affascinato da un libro sulla storia naturale ed iniziò a collezionare insetti (era innamorato dei coleotteri), rocce e minerali e ad osservare gli uccelli dei dintorni del paese. Nel 1825, all'età di sedici anni, fu iscritto dal padre all'università di Edimburgo, presso la facoltà di Medicina. Era talmente forte il suo disgusto per la chirurgia che lasciò la scuola senza laurearsi nel 1827. Il padre deluso degli insuccessi negli studi di medicina e preoccupato per il suo futuro, lo spedì nel 1828 a Cambridge, sperando in una sua carriera ecclesiastica. A Cambridge, Darwin era più interessato alla storia naturale piuttosto che agli studi: da un lato studiava lo stretto necessario per superare gli esami del suo corso universitario, dall'altro leggeva i libri dei naturalisti dell'epoca. Nell'estate del 1831, terminati gli studi (divenne un teologo) e superati gli esami finali, accompagnò il grande geologo Adam Sedgwick in un'escursione nel Galles del nord, dove fece un'interessante esperienza sul campo di rilievi stratigrafici. Terminato questo lavoro, il ragazzo fu raccomandato come accompagnatore di Robert Fitzroy, capitano della nave Beagle che era in partenza per una spedizione cartografica di quasi cinque anni (in realtà dovevano essere due) attorno alle coste del Sud America. Questo viaggio cambiò la sua vita e, probabilmente, cambiò la storia della scienza. Il Beagle partì da Plymouth il 27 dicembre 1831. Darwin visitò le isole di Capo Verde, le coste del Sud America, le isole Falkland, le isole Galapagos, l’Australia, le isole Cocos, l’isola di Maurizio, il Capo di Buona Speranza e tornò in Inghilterra il 2 ottobre 1836. Durante questa viaggio passò la maggior parte del tempo a terra dove ebbe al possibilità di studiare direttamente sia le caratteristiche geologiche di continenti e isole sia un gran numero di organismi viventi e fossili.
Quando si imbarcò era sicuramente un creazionista, ossia pensava che le specie fossero immutabili, e probabilmente (nonostante i numerosi dubbi a causa delle osservazioni fatte) credeva ancora alla fissità delle specie al suo ritorno in patria. Quale evento può aver indotto Darwin a rivedere le sue opinioni sul creazionismo?
Lo spiega lo stesso Darwin in tre momenti diversi.
- Nel suo taccuino alla data 1837 scrive: ”Ero stato molto colpito circa dal marzo precedente dal carattere dei fossili sudamericani e dalle specie dell'arcipelago delle Galapagos. I fatti origine (in particolare quest’ultime) di tutte le mie concezioni”
- In una lettera del 1844 scrive: “Sono stato tanto colpito dalla distribuzione degli organismi delle Galapagos e dal carattere dei mammiferi fossili americani da decidere di raccogliere alla cieca ogni genere di fatti che in qualsiasi modo possa essere in relazione con ciò che sono le specie. Alla fine è arrivato qualche sprazzo di luce e sono quasi convinto, contrariamente alle opinioni da cui ero partito, che le specie non sono (è come confessare un delitto) immutabili."
- Nell’autobiografia del 1950 Darwin è più preciso e scrive: “ Durante il viaggio sul Beagle mi aveva molto colpito lo scoprire nella formazione pampeana grandi animali fossili ricoperti da armature simili a quelle degli armadilli viventi ed ero rimasto impressionato dal modo con cui animali molto affini si sostituiscono l’uno all'altro procedendo verso il sud del continente, e infine dal fatto che la maggior parte delle specie dell’arcipelago delle Galapagos ha caratteri nettamente sudamericani e soprattutto che in ogni isola del gruppo esse si presentano con piccole differenze caratteristiche benché nessuna di queste isole appaia geologicamente molto antica”
Esaminiamo i tre fatti che avevano colpito Darwin.
Darwin era stupito dal fatto che in alcune rocce dell’Argentina meridionale si trovasse una gigantesca forma estinta dotata di una robusta corazza, il Glyptodonte (una specie gigantesca appartenente all’ordine degli sdentati ossia mammiferi senza denti) che, pur non essendo un’antenata diretta degli armadilli, era comunque dello stesso stampo generale. Perché un Creatore avrebbe prodotto forme moderne simili a qualche specie estinta, limitandone però la comparsa esclusivamente al continente americano?
La seconda prova Darwin stava per mangiarla. Aveva sentito parlare da alcuni gaucho argentini dell’esistenza di un secondo nandù (quello che lui chiamava “struzzo” sudamericano) più piccolo e diverso per colori dal nandù della pampa. Mentre era a cena con i suoi compagni di viaggio sul Beagle, Darwin si accorse che non stava mangiando un nandù comune giovane ma il nandù più piccolo di cui gli avevano parlato i gaucho. Riuscì a conservare la testa, il collo, un’ala, le zampe e alcune delle piume più grandi e spedì in Inghilterra i resti dell’animale che alla fine fu dichiarato membro di una nuova specie, Rhea darwinii. Le due specie di nandù diverse ma molto simili erano distribuite in due regioni confinanti ma separate da una barriera fisica, il fiume Rio Negro. A questo punto Darwin si domandò perché scendendo verso sud una specie perfettamente adattata all'ambiente lasciava il posto ad un'altra anch'essa perfettamente adattata. Perché un Creatore aveva scelto di posizionare in due regioni confinanti separate solo da un fiume, due specie così simili?
La terza prova che ha portato Darwin alla conclusione che le specie non possono essere immutabili si sviluppa a partire dalle parole del governatore delle isole Galapagos che riferisce al naturalista britannico che sulle isole dell’arcipelago erano presenti testuggini simili ma ognuna con un carapace leggermente diverso. In un suo taccuino Darwin ricorda: “gli spagnoli sanno dire immediatamente da quale isola una data testuggine proviene”. Lo stesso Darwin aveva notato, sempre alle Galapagos, qualcosa di simile per i mimi o tordi beffeggiatori. Nell'estate del 1836, sul suo taccuino rosso, annota: “Questi uccelli (intende i mimi) sono strettamente affini ai Thenca del Cile. Ho raccolto esemplari di quattro delle isole più grandi. I campioni di due isole sembrano uguali; ma gli altri due sono diversi. In ciascuna isola se ne trova esclusivamente di un tipo; le abitudini di tutti sono indistinguibili. Tutte queste isole sono in possesso di uno scarso patrimonio di animali e sono abitate da questi uccelli differenti solo lievemente nella struttura. Se queste osservazioni sulla zoologia degli arcipelaghi hanno un minimo fondamento, varrà bene la pena esaminarle, giacché questi fatti potrebbero compromettere la stabilità della specie”.
Il 2 ottobre 1836 Darwin ritorna finalmente a casa. Si trasferisce a Londra, inizia la sua carriera accademica come geologo e comincia a raccogliere i commenti dei maggiori esperti britannici a cui aveva affidato i suoi preziosi reperti. Proprio grazie all'aiuto di altri scienziati e la lettura di testi di ogni tipo, consentì a Darwin di costruire la sua teoria. Darwin ebbe un grande aiuto dall'ornitologo John Gould: alle Galapagos, infatti, si lasciò sfuggire gli schemi di variazione delle 13 specie di quelli che oggi vengono chiamati “fringuelli di Darwin”. Sui libri di testo, invece, viene riportato, sbagliando, che furono proprio i fringuelli a far capire al naturalista inglese l’evoluzione . Questi uccellini sono grigiastri e molto difficili da identificare e Darwin, esaminando principalmente il becco, pensò di trovarsi di fronte a specie diverse. Solo quando Gould gli spiegò che i fringuelli appartenevano tutti allo stesso gruppo, Darwin capì che era di fronte ad animali che discendevano da un antenato comune che viveva sul continente. Le migrazioni avevano portato sulle isole individui tutti uguali con piccole variazioni casuali del becco. Nell'isola in cui l’unico cibo disponibile era costituito da semi grossi e duri, la selezione naturale aveva premiato i fringuelli con il becco più grosso. Viceversa nelle isole in cui l’unico cibo disponibile era costituito da piccoli insetti che vivevano all'interno di piccoli fori degli alberi, la selezione naturale aveva premiato gli individui con il becco più piccolo e più sottile. Dopo molte generazione in ognuna delle isole erano rimasti fringuelli con becchi completamente diversi.
Nel periodo dal 1937 al 1944, Darwin scrive prima i suoi taccuini (con il disegno dell’albero della vita e la scritta “I Think” in cui ipotizza per la prima volta la parentela universale di tutti gli esseri viventi), poi un primo riassunto delle sue idee sull'evoluzione nel 1842 e il Saggio riepilogativo nel 1844. Tutti questi scritti rimangono segreti: infatti, tranne qualche sporadico accenno agli amici, Darwin mantenne il silenzio sulle sue idee evoluzionistiche.
Inizia un prolungato periodo di attesa e di ricerche pignole. I timori per le prevedibili reazioni all'inclusione dell’uomo nella storia naturale e il desiderio di accumulare altri dati lo inducono a tardare la stesura del suo libro. Il naturalista inizia anche a trattenere una fitta corrispondenza con un altro scienziato, Alfred Russel Wallace che stava studiando l’evoluzione nel Borneo. Nel 1858 Wallace scrisse una sintesi delle sue idee sulla differenziazione delle specie. Per Darwin fu un duro colpo, Wallace aveva scritto un modello di evoluzione molto simile al suo. Per paura che qualcuno mettesse in dubbio l'originalità del suo lavoro, Darwin decise di annunciare le sue scoperte, insieme al collega Wallace a una delle più importanti istituzioni scientifiche del tempo. Spinto dai questi fatti, Darwin completò il suo libro, l’Origine della specie, in tredici mesi e lo pubblicò il 24 novembre 1859. Di questo libro furono pubblicate sei edizioni, l’ultima nel 1872.