I terremoti (dal latino terrae motus), detti anche sismi o scosse telluriche (dal latino Tellus, la dea romana della Terra), sono vibrazioni improvvise, rapide e più o meno potenti della crosta terrestre, provocate dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Tale spostamento è generato dalle forze tettoniche che agiscono costantemente all'interno della crosta terrestre e provoca la liberazione di energia in un punto interno della Terra, detto ipocentro; di qui, una serie di onde elastiche, dette onde sismiche, si propagano in tutte le direzioni, anche all'interno della Terra stessa; il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro, si chiama epicentro ed è generalmente quello più interessato dal fenomeno.
I terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso una serie di agenti distruttivi, il principale dei quali è il movimento violento del terreno con conseguente sollecitazione di edifici o altre strutture, accompagnato eventualmente anche da altri effetti quali inondazioni (maremoto o cedimento di dighe), cedimenti del terreno (frane, smottamenti o liquefazione), incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi. In ogni terremoto, uno o più di questi agenti possono concorrere a causare gravi danni e numerose vittime. I terremoti sono gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla terra; i sismi possono rilasciare in pochi secondi un'energia superiore a migliaia di bombe atomiche. A tal riguardo basti pensare che un terremoto riesce a spostare in pochi secondi volumi di roccia di centinaia di chilometri cubi. Il singolo evento che ha fatto registrare più vittime negli ultimi mille anni è stato il terremoto dello Shaanxi (Cina) del 1556, di magnitudine 8,3, a causa del quale morirono 830.000 persone. Quello con la più alta magnitudo, invece, è stato il terremoto di Valdivia (Cile) del 1960, che raggiunse i 9,5 gradi della scala Richter.