I rettili (dal latino reptilis che significa "strisciante") sono la prima classe di vertebrati che è riuscita ad allontanarsi dall'ambiente acquatico anche per la riproduzione. Grazie ad importanti adattamenti, infatti, riescono ad evitare la disidratazione:
- la pelle generalmente squamosa;
- l'uovo dotato di guscio;
- i polmoni con molte più camere di quelli degli anfibi, utili a compensare l'assenza di respirazione attraverso la pelle tipica degli anfibi.
La circolazione è doppia e incompleta, anche se nei coccodrilli il cuore ha i due ventricoli completamente divisi.
L'uovo, che possiede molte riserve nutritive, che lo fanno schiudere in uno stadio di sviluppo molto più avanzato di quello degli anfibi, è molto simile a quello degli uccelli (uovo caratteristico anche della gran parte dei dinosauri). L'uovo dei rettili è caratterizzato da alcune strutture:
- un guscio, solitamente calcareo, permeabile all'ossigeno che permette la respirazione aerea e impedisce la disidratazione. Nell'uovo dei rettili sono presenti alcune membrane;
- due membrane che proteggono l'uovo: il corion sopra e l'amnios sotto. L' amnios è la vera innovazione dei rettili per la conquista delle terre perchè protegge il piccolo dalla disidratazione, dagli urti e dagli sbalzi termici;
- un albume che serve come riserva nutritiva (proteine) per l'embrione, lo isola, lo idrata e lo protegge dalle infezioni;
- una grossa cellula uovo ricchissima di un complesso nutritivo (il tuorlo o sacco vitellino), composto da grassi e proteine.
La fecondazione è interna e solo dopo di essa nell'uovo si forma l'albume e il guscio. L'uovo dei rettili è talmente ben adattato allo sviluppo in ambiente terrestre, che le tartarughe marine devono deporre le uova sulle spiagge. Alcuni rettili, e solo tra gli squamati, come ad esempio le vipere europee e alcune lucertole, sono vivipari ossia non depongono le uova e i piccoli nascono direttamente dal corpo della madre.
Fin dall'inizio della loro storia, nel Carbonifero superiore (più di trecento milioni di anni fa), i rettili si divisero in due principali linee evolutive, distinte in base alle caratteristiche del cranio: la sottoclasse degli anapsidi e quella dei diapsidi. I primi, rappresentati al giorno d'oggi dalle sole tartarughe, sono caratterizzati da un cranio compatto e privo di "finestre" per l'inserzione dei muscoli della bocca. Nel Mesozoico questi rettili primitivi scomparvero quasi del tutto, lasciando come unica reliquia vivente il gruppo delle tartarughe.
Sempre nel Carbonifero, da alcuni anapsidi specializzati prese le mosse un nuovo gruppo, quello dei diapsidi, caratterizzato da un cranio con ampie finestre per l'inserzione dei muscoli. Questi rettili evoluti presero ben presto il sopravvento, e si diversificarono in una moltitudine di forme che andarono a occupare tutti gli ambienti, compresi mare e cielo. Alla fine del Mesozoico, circa 65 milioni di anni fa, un evento catastrofico (la caduta di un asteroide) pose fine al dominio dei grandi rettili, permettendo ai mammiferi, fino a quel momento rimasti "nell'ombra", di prosperare.
Ordini attuali
- i cheloni, ovvero tartarughe e testuggini, unici rappresentanti viventi del grande gruppo degli anapsidi;
- i loricati, comprendenti coccodrilli, alligatori e caimani;
- i rincocefali, rappresentati da una sola specie:i tuatara della Nuova Zelanda;
- gli squamati, comprendenti i sauri (lucertole ed affini come iguane, varani e gechi) e gli ofidi (ovvero i serpenti).